Divina Commedia, V canto inferno

E quella a me: "Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
ne la miseria; e ciň sa 'l tuo dottore.

Ma s'a conoscer la prima radice
del nostro amor tu hai cotanto affetto,
dirň come colui che piange e dice.

Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto.

Per piů fďate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.

Quando leggemmo il disďato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,

la bocca mi basciň tutto tremante.
Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse:
quel giorno piů non vi leggemmo avante".
Dante Alighieri